La mitologia greca si fonda sui conflitti tra Urano e Cronos, tra Cronos e Zeus, quasi a dire che il lasciare - e il prendere - il testimone è una delle cose più difficili.
laurea in Economia Aziendale a Ca’ Foscari con il massimo dei voti, spende i primi 15 anni di esperienza manageriale in aziende multinazionali, principalmente nel campo delle risorse umane e del controllo di gestione. Da 15 anni si occupa di coaching e di consulenza focalizzandosi sempre di più sui temi delle imprese di famiglia.
È stato docente di Family Business presso l’Università di Padova e tiene regolarmente lezioni sul tema presso Università e Business School.
Sul fronte relazionale Luca si è formato prima come counselor poi come trainer di programmazione neuro linguistica con la NLP University, esperto di Dinamiche a Spirale con Cowan e Beck.
Sul fronte aziendale, oltre agli studi accademici e all’esperienza manageriale, si è formato più recentemente con Adizes e con Goldratt, due grandi scuole di pensiero organizzativo.
E’ il fondatore di FBU, una comunità di coach e consulenti dedicati alle imprese di famiglia e lo sviluppatore del Modello FBU, 4Q3L, quattro quadranti e tre livelli, per interpretare e gestire al meglio il mondo delle imprese di famiglia.
“Quello che tu erediti dai tuoi padri,
riguadagnatelo, per possederlo”
Il tema della successione, del passaggio del testimone, è un tema centrale per le imprese di famiglia. Tutte le imprese hanno la sfida della successione al vertice, ma le imprese di famiglia sommano a questa la dinamica tra genitori e figli.
Fino a quando l’impresa è guidata dai fondatori, l’essere insieme come famiglia può essere faticoso ma almeno è chiaro chi guida. Quando però i fondatori invecchiano, rischiano di cadere nella loro trappola, la trappola del fondatore.
Rischiano cioè di continuare a percepirsi in grado di guidare l’impresa anche quando stanno declinando, mentre continuano a vedere i figli sempre figli, non ancora maturi per un ruolo di comando. Se non si agisce per tempo si assiste al declino dell’impresa insieme a quello di chi la guida. Se si prova ad agire ma non c’è condivisione, il rischio è quello di conflitti insanabili ovvero di allontanamento dei potenziali giovani leader che non trovano spazio e futuro nell’impresa di famiglia.
Il passaggio tra le generazioni è sempre fonte di tensioni, la mitologia greca si fonda sui conflitti tra Urano e Cronos, tra Cronos e Zeus, quasi a dire che il lasciare - e il prendere- il testimone è una delle cose più difficili.
E allora come fare?
Prima di tutto c’è da comprendere che passare il testimone è un percorso che dura tutta una vita: dall’educazione dei figli piccoli alla loro crescita adolescenziale fino alle scelte professionali e all’eventuale inserimento e alla successiva convivenza tra generazioni fino a creare le condizioni perché il passaggio avvenga in modo il più possibile sereno per la famiglia ed efficace per l’azienda.
Poi c’è da comprendere come guardare al passaggio generazionale anche dal punto di vista organizzativo, non è solo una sostituzione di una persona alla guida con un’altra. Il rischio altrimenti è di far indossare alle nuove leve un vestito cucito su misura per i senior e scoprire che non veste bene sulle nuove generazioni.
Ma è anche in funzione del percorso di crescita dell’organizzazione che si deve cogliere il passaggio generazionale come un'occasione di rinnovamento e sviluppo organizzativo.
Tutta l’impresa, i collaboratori e l'ecosistema che la circonda, è coinvolta nel passaggio del testimone e sono chiamate a comprenderlo, condividerlo e sostenerlo.
Per questo è importante iniziare presto un dialogo ed una pianificazione a livello familiare e a livello aziendale al fine di creare le condizioni che portino ad una successione capace di assicurare continuità e sviluppo.
E se in famiglia non ci sono eredi, o non hanno la capacità o la volontà di dare un seguito alla impresa di famiglia? Sarà importante creare le condizioni perché una nuova guida venga assicurata all’impresa, a livello manageriale o a livello proprietario.
È auspicabile continuare a coltivare l’impresa di famiglia, ma se non ci sono le condizioni che lo permettano, è meglio avere un approccio laico separando i destini di famiglia e impresa, in modo da assicurare sempre armonia in famiglia e risultati in azienda.
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